Eccomi di nuovo qui a parlare di ristoranti, cucina, gastronomia e svaghi vari.
Chi si aspetta il solito sfogo, ebbene lo avrà.
Cominciamo dal resoconto del week end appena trascorso, e cominciamo precisamente da venerdì sera, quando mi è venuto in mente di provare l'ennesimo ristorante di cucina tradizionale napoletana messo su alla buona da un improvvisato imbroglione avvelenatore che millanta le solite ricette come chissà quale prodigio culinario e con quale amore e rispetto vengano preparate.
Quartiere Chiaja, zona nei pressi di Piazza Vittoria, il locale su due piani ci accoglie con la solita esposizione di vassoi contenenti stantii antipasti e contorni che diffondono odore di marcio in tutto l'ambiente. Ci va peggio nella saletta sottoposta, dove veniamo accolti da un tanfo di fogna spacciato per odore della marea, mha, e che vuol dire? Se hai sti problemi o rinunci alla saletta sottoposta o metti un aspiratore, ma molto potente.
Una serata da NAS, quella che abbiamo vissuto. Il baccalà in pastella nella pastella non c'era e se c'era ammontava a una squama, le fritture erano stantie e ripassate, gli arancini una specie di poltiglia insapore e molle. Il capolavoro però sono stati i polipetti affogati. Vero capriccio dello chef, una preparazione di almeno tre giorni, cotti, congelati, sbrinati e ripassati in forno, i cefalopodi in questione si sfaldavano in bocca come un budino scaduto da tempo e con la stessa consistenza di un panetto di lievito. Ma dico, veramente una porcheria come poche.
Per fortuna la ricciola scongelata era finita (Ricciola? a Marzo?), abbiamo ripiegato su un palamito alla griglia, una soletta di scarpa carbonizzata. Finiamo col dessert, Caprese con gelato, un mattoncino di nulla con un gelato indefinibile e indefinito. Insomma l'ennesimo truffatore alla ribalta.
Meno male che la compagnia è stata ottima e non ero il più indignato, altrimenti sarei stato il solito guastafeste. L'unica nota positiva è stata l'educazione dei maldestri e rumorosi camerieri, i quali però, non hanno riferito il nostro malcontento al titolare che, all'uscita distribuiva biglietti da visita e al quale ho risposto con un fermo e disgustato "NO GRAZIE, MAI PIU' ".
Sabato finalmente a Roma, tra un seminario su Caravaggio e una degustazione verticale di Amarone in un'enoteca gestita da un folle amante del vino che, in un quartiere difficile almeno come architettura, serve inaspettatamente bottiglie di grandissimo pregio e spessore.
Domenica una piccola delusione, la mostra di Hopper, poche cose e molti gadget, non ci siamo, non si può pubblicizzare uno dei più grandi artisti contemporanei americani, che ha dipinto per sessant'anni come chissà quale evento e mostrare poco della sua magnifica produzione, comunque meglio di niente.
Poi con gli amici che ci hanno ospitato, sempre attenti alle nostre passioni artistico gastronomiche abbiamo proseguito in una Roma affatto congestionata da comizi e maratone, assaggiando tapas abbruzzesi da un personaggio di Tagliacozzo che, a Campo de' Fiori, ha aperto con la sua compagna spagnola un localino dove serve pane fatto in casa con affettati e formaggi prodotti dalla madre, in modo assolutamente appassionato e informale. Magnifico! Abbiamo proseguito con un po' di cucina egiziana, falafel, dolcetti al miele e pasta al filo, il tutto servito con educazione, ci siamo spostati con la metro, a piedi, in auto, senza sobbalzi e sempre senza mettere a repentaglio nè noi nè le sospensioni dell'auto.
Insomma, un po' di civiltà a pochi chilometri da casa.
Quindi, concludendo, l'augurio di tutto cuore che quanto prima il "ristorante" napoletano chiuda fallendo, e magari con il proprietario colto da botulismo, e un enorme grazie a I. e GL. che ci hanno scarrozzato per la città di Roma come due perfetti animatori e soddisfacendo le nostre aspettative: un paio di giorni d'Amicizia, Armonia e Semplicità.
lunedì 22 marzo 2010
Qualcosa di cui sparlare
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8 commenti:
AAHHHHH!!!! FINALMENTE!!
E niente indizi sibillini, tipo "felino rosa"?
Chicca
Aspettavo il tuo commento soddisfatto.
l'avrei messo il nome sibillino, ma non mi ricordo nemmeno l'originale. Tipo un "donna qualcosa..."
Vabbè, dai, consolati, è passato un anno e sta per ricominciare il coro:
CE-NA LE-GA-LE!
CE-NA LE-GA-LE!
mi astengo da qualunque commento per non contrarre debiti e figuracce
nessuna figuraccia, ma il debito accumula interessi!!
E mi accontento anche semplicemente di andare a cena insieme da qualche parte (nessuna donna qualcosa...)
mancava solo un cerino accompagnato da un paio di litri di benzina per accendere...la serata
saluti
Greg
già...
Relativamente alla parte romana del post, ci fa piacere che vi sia piaciuta! E... quando replichiamo?
GL
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