mercoledì 26 settembre 2007

Cooking division


Immaginate di avere voglia di ospitare amici a casa, ma non avete voglia di cucinare.
Immaginate anche di avere voglia di offrire loro qualcosa di diverso, tipo una cena a tema, un menù idealmente legato ad un concetto.
Immaginate di voler degustare qualcosa di diverso e di raro, ma anche di essere guidati nella degustazione.
Immaginate che tutto venga impostato con l'idea del concept food, col design e la qualità in primo piano.
Immaginate che voi non dobbiate fare nulla, e che pensa a tutto la Cooking Division. Questo è quello che ho organizzato, insieme con partner selezionati che mettono a disposizione il loro amore per quello che fanno, per rendere una serata speciale, non dico indimenticabile, ma speciale.
Non è un vero e proprio servizio catering, piuttosto un modo diverso di concepire il cibo.

Insomma, un piccolo evento, intorno al cibo,

a casa vostra.

Tutti i particolari su olivariidea.com

7 commenti:

carlo olivari ha detto...

bhe sai, in quanto accessorio della mia attività principale, mi accontento di quattro eventi al mese. e comunque limitati, prorio per la complessità della cosa ad un numero ristretto di commensali, massimo 15.
E' chiaro che non è dedicato a chi ama cucinare o a chi ha molto tempo per farlo, ma è cmq rivolto a chi vuole per esempio assaggiare il cioccolato di modica, o un formaggio introvabile, o un distillato superiore, ma soprattutto a chi vuole nutrire corpo e spirito. Lo so è un po difficile da spiegare ma è in fase embrionale epiano piano prendera forma

Anonimo ha detto...

mica criticavo, anzi, ti confermo: mi sembra proprio una bella idea!!

in bocca al lupo.......

carlo olivari ha detto...

mica l'avevo presa come critica.
mi interessa molto quello che pensano le persone come te, laura, guido e quanti altri.
Ho scritto il post proprio per essere consigliato e confortato nell'idea

guidodemaio ha detto...

Ho vissuto, quest'estate sull'isola di Giannutri (dove notoriamente l'unico pseudo-ristorante che c'è fa cagare!), l'esperienza dello "Chef a domicilio" (bussiness già diffusissimo in altre parti). Ben inteso, si trattava di un marocchino che, intendendo la cucina come un'arte, cucinava a casa propria le basi ed arrivava con l'autina elettrica a casa tua a completare l'opera. La cosa mi ha letteralmente entusiasmato. Non siamo ai livelli del tuo progetto (certamente più raffinato nei prodotti da far degustare), ma ti assicuro che la materia prima che poteva offrire l'isola (pesce e pesce ... povero Massimo) ha subito tutti i più esaltanti esperimenti culinari possibili, non senza dei passaggi verso la cucina etnica di origine magrebina. Il tuo progetto è fantastico. Lo completerei solo in questo senso: selezionare tu le case ospitanti in funzione della capacità di riuscita anche scenografica. Mi spiego meglio: molti, fra cui me ovviamente, iniziano ad adorare vedere una brigata (o pur solo uno Chef) all'opera; poter organizzare una cena sulla falsariga di quella splendida trasmissione del gamberorosso in cui tutti i commensali assistono sia alla preparazione dei piatti che alla narrazione dei creatori potrebbe essere una buona soluzione; ovviamente in tipologia ristretta, 15 commensali o pu di meno, ma con una cucina decente se non a vista.

carlo olivari ha detto...

aspettavo con ansia il tuo commento, e non avevo dubbi che saresti stato esaustivo o quantomeno ben ferrato sull'argomento. Accetto ogni forma di consiglio, ora bisogna elaborare un buon prodotto, e per quello ci vuole un po' di tempo.
La selezione delle case è difficile, ma n impossibile, è chiaro che il tipo di evento che vorrei proporre è già una selezione, come tu hai già capito

Anonimo ha detto...

Guido se ti riferisci alla taverna del gran duca di giannutri.....hai fatto bene a chiamare un personal chef.
Io lì ho litigato con il proprietario ed è finita quasi a mazzate!!
Il problema si concentrava attorno ad un risotto (non a base di pesce fatto, per l'occasione, solo per il sottoscritto) che io ritenevo non commestibile.....
p.s. la discussione è degenerata e a finale gli ho lanciato addosso un piatto di triglie (che io non mangio). Si scatenò un inferno...ma io avevo dalla mia parte un equipaggio di un certo livello....e difficilmente addomesticabile!

Per tornare al tema del tuo post, Carlo, anche io sono dell'opinione che è una bellissima idea anche se la mia idea sulla componente "scenografica" non si incontra con quella dell'Avv.
Il concetto di teatro del gusto a me non piace, lo ritengo una forzatura, una esasperazione....una violenza

carlo olivari ha detto...

Max visto che, nonostante tutto, io sono un liberale, nel senso che rispetto gli altri, se mai si dovesse organizzare una cosa tipo teatro del gusto sarebbe una libera scelta dei committenti.
non mi sognerei mai di trasformare quella che mi piacerebbe definire una serata di convivialità ed amicizia in qualcosa che cosringerebbe gli intervenuti a una qualsiasi forzatura.