Non sono mai riuscito a vedere un suo film fino alla fine e senza sentire quel senso di languore allo stomaco tipico della noia e delle cose scontate.
Sicuramente non vedrò la sua ultima fatica, anche perchè se lui decide di faticare, io mi astengo dall'affrontare un paio d'ore di "poesia e banalità".
Se poi è vera questa cosa qui, e credo che lo sia, meno che mai!
Senza parlare di quell'atteggiamento da primo della classe, un po' piacione e autoschernente che veramente non digerisco.
Chiunque faccia arte, ammesso che la sua lo sia, chiunque produca qualcosa per il pubblico, ha sempre la responsabilità di muovere coscienze e animi, dico che bisognerebbe pensare sempre a cosa un'opera susciterà nella testa dei fruitori finali.
Bisogna fare attenzione agli emuli, ai cretini, ai superficiali.
Replica così il personaggio in questione "Abbiamo girato in un mattatoio in Tunisia, riprendendo quello che accade tutti i giorni, affiancando le nostre comparse..."
Affermazione che avrebbe un senso se volesse suonare, o tuonare come una denuncia, e invece suona e tuona come un pietoso "che problema c'è? IO sono il regista della magia e dell'incantamento... guardate il mio film perchè è più importante il risultato finale che come lo si è ottenuto"
Facendo fede al suo cognome, ma perchè non se ne torna a casa?
E non venitemi a dire che certe scene bisogna "contestualizzarle all'interno dei contenuti socio culturali del film" o, peggio, "che un certo ritorno al cinema verista o relista è auspicabile" perchè sono stupidaggini senza capo ne coda, cose che invece aveva il povero bovino sgozzato da un regista troppo preso da se per pensare anche agli altri esseri viventi.
Sono molto indignato!
E mi sono mantenuto calmo.
P.S. Leggete bene l'articolo linkato, capirete molte cose e, eventualmente, eviterete di accusarmi di mangiare carne, di calzare scarpe di cuoio ecc ecc...
venerdì 25 settembre 2009
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