lunedì 1 dicembre 2008

Tanto tuonò...

Devo premettere che non volevo che questo blog diventasse quello che, purtroppo,
sta diventando.




Ieri, per il troppo mare, che da ponente a libeccio andava montando sempre più, il comitato di regata non è riuscito a dare la partenza della terza prova del Campionato Invernale della V Zona. Intelligenza su A, che nel linguaggio delle bandiere significa appunto A casa.
Ma noi a casa non ci siamo andati, e mi sono lasciato trascinare in quel supermercato della "cultura" che è la libreria la Taldeitali. Premesso che era da tempo che non vi mettevo piede, e un motivo ci sarà stato, sono entrato non senza una certa ritrosia.
Eviterò il luogo comune, purtroppo vero, che l'avvento di questi megastore, abbia distrutto le piccole librerie, ma soprattutto il rapporto che poteva esistere tra lettore e libraio, e cercherò di spiegare perchè non ci entravo da tempo.

Premetto che non sono un grande lettore, nel senso che difficilmente mi vedrete con una pila di libri sotto il braccio, ma che leggo con una certa assiduità, meno di quanto vorrei, perchè sono lento, non perchè non sappia leggere, ma per la mancanza di tempo.

Proprio per questa ragione, a volte mi è capitato di richiedere agli sprovveduti commessi dei libri che non fossero dei classici o dei best seller del momento e che non una volta li abbia trovati, "...signore, deve ordinarli, lasciare un acconto, poi la chiamiamo noi, ma sa, è un autore poco conosciuto, non so se lo troveremo..." insomma tutte quelle cose che ti fanno passare la voglia.

Senza contare che quando vi entri, ne
la Qualunquelli, sei sopraffatto da una serie di articoli che niente hanno a che fare con i libri. Quelli ci sono, ma quasi un accessorio alla miriade di oggetti come calendari, T shirt, agendine, pennine, matitine, rubrichine, pupazzettini e ...bulbi floreali (!?!?). A parte che se mi servivano dei fiori andavo dal fiorista, e che per me la libreria è la libreria, e se voglio comprare dei dischi vado in una discoteca, vorrei attrarre la vostra attenzione sulla assoluta nullità del luogo. Il 70% dei libri esposti al piano terra sono gli stessi di quelli posti al piano secondo, per cui nella metà dello spazio c'entrerebbero gli stessi titoli.

Ancora, non sarete mai nella possibilità di parlare con qualcuno degli addetti che sia consapevole di lavorare in una libreria, sono sempre troppo presi dal mettere in ordine dischi, dvd, quotidiani, tazzine da caffè, e tutto quanto viene messo in disordine dai bambini che, nella sezione a loro dedicata, urlano e strepitano in cerca della mamma che li ha parcheggiati lì, per andare a cercare qualche regalino di Natale, vedi pennine, agendine e Co o ... bulbi.

Alla fine di questo girone dantesco riesco a trovare due libri che avrei voluto leggere, e non a caso, uno di questi è "Quel che resta del giorno": solo nel caos e nella volgarità ti viene voglia di leggere in un linguaggio raffinato, perfetto, mai lezioso e scritto esattamente con le parole che ci vogliono.

Con la stessa sensazione che si ha in autogrill dribblando salami e pane carasau, schivando bambini infuriati e pupazzi di peluche, sono arrivato alla cassa.

Naturalmente la coda è lunga, ma almeno ordinata.
Attendo diligentemente che appaia il numero della cassa libera e, neanche il tempo di alzare lo sguardo sul display, che la voce isterica e scortese di una delle cassiere mi ordina di procedere al pagamento presso di lei.
Frettolosamente passa i miei volumi sotto il lettore del codice a barre, produce lo scontrino della carta di credito, e, alla mia esitazione, lo stavo solo controllando, mi dice "..lo deve firmare!". E che non lo so? Stavo solo controllando che il conto fosse giusto, e non lo era. Firmo e rimostro che il conto non era giusto, la pazza isterica mi rende la differenza, ma nemmeno per un attimo le passa per la mente che un gentile cenno di scuse, o un atteggiamento un pelino più cordiale sarebbe stato gradito.

Se a
la Isterichelli stanno già cosi combinati ad un mese da Natale, consiglio loro di fornirsi di uno staff di psicologi per aiutare i propri collaboratori, o ancora meglio, in un'ottica meno speculativa, che li scegliessero più qualificati.

Si dice "il pesce puzza dalla testa".
E temo sia proprio ciò che accade,
nel supermercato del qualunquismo.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, pensa che cercando un libro per la mia nipotina che sta imparando a leggere ho chiesto ad una delle commesse se ci fosse per caso un libro scritto in corsivo. Mi ha risposto, saccente, che "signora, i libri sono tutti in corsivo! Vede?" mostrandomi ovviamente un comunissimo carattere stampatello minuscolo. E se non sai che differenza c'è tra corsivo e stampatello.... quanto è durato il tuo colloquio d'assunzione in libreria?
Chicca

carlo olivari ha detto...

Appunto, e peggiorerà

carlo olivari ha detto...

e poi pure tu, ma che diavolo vai a chiedere... corsivo...tse

Unknown ha detto...

Mi immagino la risposta alla commessa...

carlo olivari ha detto...

sono andato via imprecando e giurando che non ci metto più piede e che comincerò la mia personale campagna di boicottaggio.