lunedì 26 maggio 2008

Dedicato a chi...

Liberamente tratto da Wikipedia

"Categoria di persone che imitano i modi ed il modo di vivere di classi sociali superiori, atteggiandosi in maniera raffinata e altezzosa. Per estensione il termine è utilizzato per identificare una classe di persone, anche di rango elevato, che ostentano altezzosità o disprezzo verso le classi o i gruppi di persone che considerano inferiori o plebee. Nella storia tali personaggi venivano identificati come coloro che, pur non avendo titolo nobiliare, stavano a stretto contatto con l'aristocrazia del tempo."

Se vi appaio così, evidentemente non so trasferire con la scrittura il mio pensiero.

Se a qualcuno appaio così, evidentemente soffre di un complesso di inferiorità.

Se a qualcuno appaio così, evidentemente è rimasto temporalmente indietro.

Se poi apprezzare il buon gusto, la raffinatezza della semplicità, le cose belle e buone della vita, la buona educazione e la correttezza vuol dire essere così,

allora si,
SONO così.


sabato 24 maggio 2008

Una volta tanto





Premesso che, per gli amici e i ristoratori, passo per un rompiscatole (uso un eufemismo), ieri, una volta tanto, al ristorante è andata bene.

Ancora una precisazione e poi vi dico. Non vado volentieri a mangiare fuori, mi concedo qualche lusso, poche volte all'anno, per quelle che definirei esperienze enogastronomiche. Insomma se vado a cena fuori deve essere in quei ristoranti, da quegli chef. E sono pochi.

Capita però, che per stare con gli amici e per convivialità, vada al ristorante per comodità, e quindi si entra in uno qualsiasi, conosciuto o non, in città, più per fame che per gusto.

Venerdì sera, Napoli, reduci dall'inaugurazione di un piccolo design shop di amici, decidiamo in 13 (orrore!!!) di andare tutti a cena. Dove andare? Senza prenotazione il venerdì sera è come gettarsi nella plaza de toros vestiti di rosso. Invece, invece...

Dopo un paio di tentativi in posti "sicuri" ma pieni tentiamo in un ristorante che propone specialità di carne toscane. In cuor mio pensavo "mi toccherà un'altra di quelle serate in cui devo tacere per non disturbare i miei commensali, sottostare alle angherie del ristoratore, bere male, mangiare peggio e, alla fine, pagare un conto spropositato".

Nulla di tutto ciò. Nonostante la folla nel locale, ci hanno accolti con garbo, ci hanno fatto accomodare, per motivi scaramantici, ma anche per comodità, quattro di noi si sono seduti ad un tavolo vicino.

Il menù era accattivante, chiaro e non nascondeva sorprese, la lista dei vini buona, ma purtroppo non erano tutti disponibili, il servizio veloce e allegro.

Tra filetti, fiorentine, costate e tagliate abbiamo fatto le nostre scelte. Ebbene, ho assaggiato tutte le carni, e tutte erano morbide saporite e ben cotte.
Questa cosa ha cambiato il corso della mia serata, non c'è niente che mi fa incavolare di più che mangiar male ed essere serviti peggio. Quindi l'essere sconfessato nella mia previsione mi ha messo di ottimo umore.

Una cosa va menzionata, le patatine fritte. Sottili sfogline di patate novelle, quindi non pelate, cotte alla perfezione.

Insalata di indivia, arance e pinoli e per dessert una spuma di ricotta al caramello o al cioccolato assolutamente perfetta nella sua semplicità sulla quale ho bevuto un single malt dell' Isola di Skye (?).

Il tutto per una somma assolutamente accettabile, equa rispetto a tutto.
Stanotte ho dormito bene ed in pace col popolo dei ristoratori.
Insomma non mi è capitato un "fazzolettaro",

una volta tanto.






martedì 20 maggio 2008

Piazza mercato o IKEA?

Tralasciando le condizioni oramai boccheggianti e drammatiche della città, devo dire, per una volta, una cosa a suo favore.

Se vi serve qualcosa, qualunque cosa, anche ciò che ritenete impossibile trovare, non girate la città in cerca del negozio giusto.

Andate direttamente a Piazza Mercato, e nelle strade limitrofe.

C'è TUTTO, ma dico proprio tutto. Quando siete disperati, o semplicemente avete rinunciato a cercare, lì risorgete.

Andateci anche se non vi serve niente, vi verrà voglia di comprare qualcosa.

Altro che IKEA!

Manovre in regata, ma non sempre...



Questo post è dedicato a chi fa regate ma non solo, è un po' tecnico ma credo che risulterà chiaro, almeno nelle sensazioni, a tutti.


GYBE SET?!?!

(C’è peluria di prodieri)

Uno dei problemi che assillano gli equipaggi di dilettanti e semi professionisti -i professionisti, quelli seri, problemi non ne hanno- è la ricerca e la presenza costante a bordo di quel membro dell’equipaggio dotato di atleticità, sveltezza, agilità e senso pratico meglio conosciuto col nome di Prodiere.
Il limite di tale affannosa ricerca è che il prodiere deve essere dotato anche di un altro paio di qualità che paiono sfuggire ai più che si propongono per tale ruolo.
Le qualità in questione sono due: devono avere una pazienza sovrumana per sopportare il pozzetto, e devono essere muti.
L’esperienza mi insegna che per qualunque cosa accada a bordo, indipendentemente da chi ci abbia messo le mani, la colpa è del prodiere: il genoa non passa in virata? Lo spi non è su? Gli stopper delle drizze ‘ inspiegabilmente ’ si aprono e lasciano precipitare le vele in coperta? Il tattico sbaglia un bordo? Il timoniere ha i calli? La lavatrice della portinaia sta allagando il pianerottolo? Il prodiere ne è direttamente responsabile!
C’è però da dire una cosa, se il prodiere pensa che quegli stronzi del pozzetto si divertano a metterlo in difficoltà, ebbene, ha ragione: come si spiegherebbe che cose che sembrano stiano filando assolutamente lisce,
improvvisamente si complicano?

Vi tornano alla mente frasi tipo “fate scorrere il circuito sottovento!”, “ammaina, ammaina, perchè ‘sto cazzo di genoa non scende, no no no, non così veloce”, “alto su, alto su, alto su, alto su,” “recupera”...
Premesso che in molti casi la colpa delle cose che vanno male si potrebbe dividere equamente tra pozzetto e prua, c’è una manovra che se non viene preparata a dovere dal prodiere, e soprattutto, non viene ben compresa, risulta, se sbagliata un vero inestricabile groviglio: il Gybe set.
Appena lo skipper chiama questa manovra, gli equipaggi meno preparati si gelano, alcuni a bordo fanno finta di niente, altri si limano le unghie, altri ancora hanno dimenticato il gas aperto a casa, qualcuno fa il vago...giaibb che?
Altri equipaggi invece, con grande calma e sicurezza si preparano alla manovra...almeno così potrebbe sembrare.
Lasciate che vi racconti come andò ad una prova del Campionato Italiano I.M.S. qualche anno fa.
L’equipaggio era misto, intendo dire una parte autoctona ed una parte ospite, io ero tra gli ospiti. Il prodiere detto ‘er felino’ manifestava una certa sicurezza, grande calma, ed una lentezza esasperante, nonostante ciò, tutto sembrava filar liscio, sembrava..!
Eravamo quintultimi alla boa di bolina, dovevamo inventarci qualcosa per recuperare, il tattico, dopo breve consultazione col timoniere ordina “OK, GYBE SET”. Io che ero lì alle scotte chiedo ai restanti membri dell’equipaggio se sapessero cosa fosse e se tutto fosse in chiaro...”ma scherzi, l’abbiamo fatto mille volte”, “ma che domande vai a fare?”, “e che problema c’è?”, ed io, “ragazzi guardate che se qualcuno ha dubbi lo dica ora che c’è tempo,
fra due lunghezze sarà troppo tardi!”.

Tutti gli uomini dell’equipaggio si guardarono come se stessero per sbarcare in Normandia, il clima a bordo era teso....e allora fu tutto un “Ok. Prodiere ok? Albero ok? Alle scotte ok?, Io mi guardavo attorno e tutti sembravano realmente convinti che tutto fosse ok, anche grazie al fatto che c’erano una certa quantità di pollici in alto ad affermare ‘tutto bene’ ed altrettanti pollici ed indici uniti in cerchio ad affermare ‘tutto ok’
Suggestionato da tutta questa sicurezza collettiva mi convinsi anch’io che la manovra si poteva fare.
Il tattico chiamò le lunghezze dalla boa: “due lunghezze, una lunghezza, ok, stramba di genoa e .................................................Uhm, .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................poi, più nulla: il tangone non salì, tantomeno lo spi, la strambata venne completata, ma col due (uomo all’albero) saldamente legato nelle scotte, il tre smadonnava, il timoniere...pure, il randista si asciugava i capelli, io avevo appoggiato le palle sul winch e me le martellavo con la maniglia ...ed il prodiere?, già, il prodiere.
Quello che si riusciva ad intravedere nella fitta ragnatela di alto-basso-drizze-gagliardetti-guidoni-cerate-tangoni-cinture di sicurezza-capelli e cappelli, erano arti, buttati così alla rinfusa...temetti per le sorti di quell’uomo!
Quando la situazione si tranquillizzò finalmente scorgemmo ‘er felino’, crocifisso a testa in giù al tangone, e ci volle tutto il lato di poppa per liberarlo, e vi assicuro, senza il flex fu veramente difficile.
Naturalmente la nostra posizione in regata peggiorò, ma il morale dei nostri avversari migliorò notevolmente, grazie alla nostra splendida performance.
Tutti, credo, dicemmo dentro di noi “lo sapevo”.
A questo punto, un piccolo consiglio: se non siete più che sicuri, convinti, oltre ogni ragionevole dubbio che tutto filerà liscio...NON FATE IL GYBE SET!

giovedì 15 maggio 2008

PABLO

Non nascondo la mia passione, il mio rispetto e la mia ammirazione per Picasso.
E' una cosa sulla quale non discuto, Pablo Picasso è il genio allo stato puro, è l'Arte, punto e basta.
Ma se una sua frase viene utilizzata per pubblicizzare il congresso dei maghi a Saint-Vincent la cosa mi disturba un po'.
"Tutti gli artisti sono imbroglioni, ma ci aiutano a riconoscere la realtà" diceva Picasso, e sentire questa frase pronunciata da Tony Binarelli, con tutto il rispetto per l'artista prestigiatore, mi fa accapponare la pelle, la magia è riuscita, il mago parla ed io orripilo.
Ora, giusto per operare le distinzioni del caso ecco un piccolo esempio:

Uno che parte da qui:

ed arriva qui:
è un genio.

Uno che invece parte da quì:



ed arriva qui:

è solo un fenomeno da circo.
Con tutta la dignità ed il rispetto tributato alla gente dello spettacolo che si occupa di magia, ma Pablo, per favore, lasciatelo stare.


mercoledì 14 maggio 2008

L'importanza delle mani.

"Mano d'autore"


Lo so è banale, è chiaro che le mani sono importanti per tutti, ma chi le usa molto, e per scopi diversi, ha la sensazione che le mani esistono.
E' difficile spiegare, ma ci provo.
Diamo per scontato di averle e che funzionino, ma se con le stesse mani ci dipingete, ci scolpite, ci cazzate scotte, ci impugnate il mouse, ci pulite le attrezzature per dipingere, ci cucinate, allora le vostre mani cominciano ad avere un aspetto vissuto. Inutili le creme, inutili le cure che gli dedicherete. No c'è niente da fare, se avete usato solventi o pulito crostacei o, semplicemente, ci avete lavorato, quando andrete a tagliare anche un semplice pomodoro, il succo acido vi brucerà lì, dove le unghie si innestano sulle dita. Ed è in quel momento che avrete la consapevolezza delle mani.
Per non parlare di quando le mettete a confronto con quelli che le mani non le usano come voi... scatta un'invidia per quelle mani curate, ma alla fine prevale la fierezza di possedere delle mani vissute che possono fare tutto.
Lo so lo so, è un post strano, ma in questo periodo di super attività, tra lavoro, regate, cucina... mi sono venute in mente le mani.

Aggiungo che ho un carissimo amico che ha l'abitudine di passare sulle proprie mani della carta vetrata a grana fine. Se qualcuno ha problemi di ruvidezza, che la provi, è ottima.

Concludo, terminare una giornata con le mani che fanno sentire la loro presenza è una soddisfazione.

P.S. Post strettamente personale, considerazioni dettate dall'esperienza, se facessi il muratore o lo spaccapietre,
leggendolo, mi offenderei.

martedì 13 maggio 2008

Paul Middlewick


Il nome qui sopra forse non vi dice nulla, ma appartiene ad una mente creativa.

I simboli nascosti nelle opere d'arte sono oggetto di studio, molti sono i capolavori che celano messaggi simbolici più o meno espliciti, ma qui siamo nel divertimento puro, ma anche nel mondo della comunicazione subliminale.

Non intendo dire che
Paul Middlewick sia un genio, ma una mente versatile si, direi proprio di si

lunedì 12 maggio 2008

Capri. Le regate


Per il momento solo una parola: PRIMI.
Devo dire che regatare a Capri è sempre un privilegio, almeno paesaggistico, se poi il vento ti assiste, allora diventa un'esperienza unica.

Resta il rammarico di ritrovare l'Isola delle Sirene ogni anno più inospitale, o meglio, sempre meno splendente e raffinata. E' una sorta di paradosso, viene presentata al mondo come un'isola esclusiva, costosa, stravagante. E invece te la ritrovi chiassosa, popolata da personaggi che passeggiano vestiti, o meglio, travestiti in giacca e cravatta, ma con gli immancabili infradito firmati ai piedi, che orrore!
Dunque, una sorta di passerella per "uommn' chic e femmine pittate".
Per non parlare dell'inospitalità delle maggior parte della gente del luogo.
Ci sono le eccezioni, naturalmente. Ma provate ad ormeggiare, da totale sconosciuti, nel porto turistico, verrete "accolti" da insulti e modi inurbani, non consoni al sedicente applomb dell'isola.

E per il momento vi lascio con una piccola riflessione:
Vi sembra normale che in un porto dove si pagano 12/15 euro a metro per ormeggiare si debba lasciare una mancia alla signora dei bagni pubblici, che vi accoglie con un inevitabile "siete arrivati, ma perchè non ve ne andate?"?

In compenso, l'Isola è meravigliosa, ma questo è risaputo, e nessun comportamento potrà mai levarglielo.



venerdì 9 maggio 2008

Settimana dura...


...per fortuna tra un po' staremo regatando alla volta dell'Isola.

lunedì 5 maggio 2008

Gaeta. Le regate


Sono tornato anche da Gaeta, abbiamo regatato per il Trofeo di Punta Stendardo.
Per il momento nessun resoconto, come sempre riordino le idee.
Un paio di cose però le anticipo.
il vento fresco, 12/14 nodi con raffiche fino a 18/20, ha fatto si che le regate siano state impegnative, entusiasmanti e molto, molto appaganti.
Il campo di regata era meraviglioso, il sole ci ha accompagnati per tutti e tre i giorni, e come per incanto, al termine delle regate, il cielo si è coperto di nuvole, quasi a dire "ok, vi siete divertiti, ora basta, tornate a casa".
un altro accenno lo devo fare sull'atmosfera. Direi, un non campionato, almeno a terra. In mare, come ho detto, tutto perfetto, ma a terra si è respirata aria di austerity, poca partecipazione organizzativa e poca coesione tra gli equipaggi. Insomma, è sembrato più lavoro che sport. Si tornava dalle regate, una piroetta al circolo per le classifiche, una birra e via in albergo e poi a cena.
Nessun piazzamento di rilievo per via dei raggruppamenti e dei compensi, ma regate perfette, quindi siamo tutti soddisfatti e compiaciuti, anche se, anche se...

Nota Positiva: il trancio di ricciola grigliato con erbe aromatiche della Cantinella Caetana, un po' meno la costata di tonno brasata, buona ma non eccezionale. Consiglio caldamente comunque.

Come sempre un saluto e un ringraziamento agli amici coi quali ho condiviso questi giorni di Vento, Mare e Sole.