mercoledì 26 settembre 2007

Cooking division


Immaginate di avere voglia di ospitare amici a casa, ma non avete voglia di cucinare.
Immaginate anche di avere voglia di offrire loro qualcosa di diverso, tipo una cena a tema, un menù idealmente legato ad un concetto.
Immaginate di voler degustare qualcosa di diverso e di raro, ma anche di essere guidati nella degustazione.
Immaginate che tutto venga impostato con l'idea del concept food, col design e la qualità in primo piano.
Immaginate che voi non dobbiate fare nulla, e che pensa a tutto la Cooking Division. Questo è quello che ho organizzato, insieme con partner selezionati che mettono a disposizione il loro amore per quello che fanno, per rendere una serata speciale, non dico indimenticabile, ma speciale.
Non è un vero e proprio servizio catering, piuttosto un modo diverso di concepire il cibo.

Insomma, un piccolo evento, intorno al cibo,

a casa vostra.

Tutti i particolari su olivariidea.com

martedì 18 settembre 2007

Una serata dall'amico M.




Ieri sera, malgrado fosse lunedì, ci siamo riuniti per un evento speciale.
M., caro amico, col quale ho il piacere di condividere gran parte delle regate alle quali partecipo, ha acquistato un pezzo di terra proprio sotto casa sua, a Via Manzoni.
Questo appezzamento, per quanto non enorme, ospita una vigna, un frutteto, un orto e due piccoli capanni in legno, uno per gli attrezzi ed un altro per i servizi. Ebbene, il nostro amico M. ci ha ospitati nella sua campagna per un happy hour, e considerato che M. è oltre che sommelier, anche un commercializzatore di vini con una società propria, si è trattato forse più di una degustazione tra amici che di un happy hour vero e proprio. In più, e qui mi rivolgo agli esperti ed ai buongustai, assieme all'ottimo vino, M. ci ha offerto tre formaggi rari.

Una ricotta stagionata al fumo di ginepro, considerata, a ragione, il miglior formaggio del mondo, almeno fino al 2002, ma ritengo che possa essere tranquillamente annoverato tra i primi anche oggi.
Un Piacentinu allo zafferano, di rara ed esigua produzione.
Una Tuma Persa assolutamente introvabile.

Abbiamo degustato e goduto di queste prelibatezze grazie all'amico M.

Ma la cosa che mi ha spinto a scrivere queste poche righe è che, in un momento come questo, in cui tutti, con ottica speculativa comprano per investire, il nostro amico M. ha comprato questo terreno per amore. E' un terreno che per anni ha visto dal balcone di casa, il contadino che lo aveva in cura, ha per anni rifornito la famiglia di M. di ortaggi e frutta di quella terra. Quando il terreno è stato messo in vendita, non poteva rischiare di andare a finire nelle mani sbagliate. Ora, considerato che il terreno in questione è ad uso agricolo, quindi inedificabile, e considerato che le vie di accesso allo stesso sono molto limitate, come la considerate una tale scelta, se non romantica?

P.S. Se M. mi darà il permesso, scriverò come mettersi in contatto con lui per i vini, i formaggi, ed altre prelibatezze.

M. è anche partner della Cooking Division del mio studio. Quindi, nel caso, contattate me.

lunedì 17 settembre 2007

Arte e Basta!

Leggevo sul Corriere della Sera di domenica (non farò nomi nè citerò luoghi) che qualcuno abbastanza in alto ha asserito che quando l'arte perde di vista Dio allora diventa arte degenerata. (e non credo che intendesse questo)! A prescindere dalla citazione hitleriana di pessimo gusto, sarebbe il caso che chi ha proseliti non facesse affermazioni del genere, lasciando l'arte agli artisti ed ai suoi fruitori e la religione ai teologi ed ai credenti. Naturalmente esiste la pittura sacra, la musica sacra, l'arte sacra in generale, ma cosa c'entra la religione con la valenza artistica?
Mi viene da domandarmi se tutta l'arte laica sia da considerare degenerata con la conseguenza di fare un bel salto nel più oscuro passato culturale che l'umanità abbia mai vissuto.
Ad ogni modo, concedendo che un dio sia presente in tutte le cose, allora non esiste arte degenerata.
Concedendo l'esatto contrario, il problema non si pone.


Fuori teme ma non troppo: Se vi va, leggete i libri di Bjorn Larsson.

mercoledì 12 settembre 2007

Precisazione semantica



Premesso che non mi occupo di semantica, ma che cerco di dare il giusto nome alle cose, e premesso anche che mi piace cucinare, vorrei fare questa piccola precisazione.
Probabilmente il post non dirà molto ai non Napoletani, ma mi capita spesso sentir chiamare i fagioli freschi da sgranare col nome di
sbollichini e non spollichini come invece è corretto chiamarli.

Il termine
Spollichino deriva infatti dall'italianizzazione del verbo napoletano spullechiare o spullecà che significa sgranare, con evidente riferimento all'operazione che si compie quando si vuole cucinare un piatto a base di Spollichini appunto.

Chi chiama tale fagiolo fresco col nome di
Sbollichino pensa erroneamente che il termine derivi da sbollentare, cioè immergere per breve tempo un alimento in acqua bollente, o sbollire, cioè far perdere il bollore.
Nel primo caso poi, la definizione non si confà all'alimento in questione perchè proprio il fagiolo, anche se fresco, necessita più di una sbollentata!

Siccome spesso ci si ritrova a discorrere anche animatamente sull'etimologia di alcune pietanze (la piazzetta di Capri è stata scenario di una diatriba violentissima sulle origini della parola Sartù), mi sembrava doveroso questo chiarimento.


martedì 11 settembre 2007

A buon intenditor...


E' un'idea ma si può migliorare

lunedì 10 settembre 2007

Segnalazione letterarculinaria


Vorrei segnalare questo libro. Interessante tributo alla dominazione Normanna in Sicilia, un riferimento alla convivenza delle etnie, ed un meraviglioso libro di ricette. Il tutto scritto con passione per la gastronomia e divertita attenzione al tema trattato. Non sono un critico letterario, è non recensirò il libro, che comunque non è propriamente un capolavoro. Mi fa piacere segnalarlo, e se qualcuno di voi lo leggerà, probabilmente avrà lo stesso mio dubbio su quale scaffale della libreria accoglierà il volumetto al termine della lettura: quello dei romanzi o quello dei libri di gastronomia?

La prefazione è di Camilleri, ed il libro svela alcune ricette siciliane di chiara origine araba, e come la convivenza dei due popoli abbia contribuito all'architettura siciliana, e ad alcune sue tradizioni gastronomiche.

venerdì 7 settembre 2007

Fuori tema 2



Mi ero ripromesso di non farne un blog "sociale", ma mi vedo costretto.

Sono ritornato in città, ed ecco che noto:

- che il cantiere di Piazza Amedeo, quartiere Chiaia, salotto buono della città, è ancora aperto e la piazza sarà sostanzialmente uguale a prima dei lavori: Cubetti di porfido come pavimentazione stradale con inevitabile logorio di pneumatici, ammortizzatori, conducenti, motociclisti ecc ecc.

- che il cantiere di Piazza Amendola (Liceo Umberto),
quartiere Chiaia, salotto buono della città, è ancora aperto e la piazza non necessitava la riqualificazione sbandierata.

- che le direttive Euro 1 2 3 4 5 6 7 8... impediranno al 60 70% dei napoletani di prendere l'auto o la moto per andare a lavorare, ma che non esiste un'alternativa valida al trasporto privato, e sembra che il problema traffico ed inquinamento sia fondamentale mentre quello della spazzatura no. E così giù con i divieti e le multe ma nessuno è stato multato per il "disagio?" procurato dai rifiuti per strada.

Potrei continuare, ma mi fermo qui, aggiungo solo che il denaro speso per impupazzare Chiaia poteva essere speso per rendere semplicemente agibili strade di importante comunicazione e viabilità quali: Via Tasso, Via Marina, Corso Umberto e tutte quelle strade il cui manto stradale è lastricato con cubetti di porfido (del Trentino peraltro), o con lastre di Piperno, di difficile manutenzione, soprattutto se manca la volontà di attuarla.

Il paradosso è che se si prova a utilizzare in moto le corsie preferenziali, al solo scopo di preservare la propria incolumità, ed il proprio mezzo, si viene multati, e nessuno risarcisce i danni fisici e materiali, nonchè il tempo perso, provocati dallo stato ormai senza speranza delle strade napoletane.

Questo è un post sociale, ma per certi versi riguarda l'architettura, il piacere di vivere in un luogo civile, l'estetica.

Non credo che scriverò oltre del dissesto della città, non è il luogo adatto, nè ne ho voglia.

Anche perchè credo rimarrano parole di sfogo e basta.

martedì 4 settembre 2007

Sono tornato

Per la verità siamo tornati da un po', il tempo di riordinare le idee ed eccomi qui.
La crociera,
ancora alle Pontine, come al solito è andata meravigliosamente, nonostatnte i 40 nodi di vento che ci hanno sorpresi la notte del 4 agosto in rada, costringendoci ad una stressante operazione di ricerca di un ridosso sicuro. Visti i temi del blog, per il momento vi dico che è stata un' estate di ottimo cibo, affidabile navigazione, condivisione amichevole di esperienze e come sempre di amicizia, onde, sole e vento.
E sempre per rimanere in tema, eccovi alcuni schizzi che ho eseguito a bordo nei momenti di relax.























P.S.: Come sempre una considerazione su Ventotene, che, nonostante ci trovassimo nel bel mezzo dell'estate, ci ha accolti con la sua semplice cordialità, ed il suo vociare ovattato. Un grazie va poi al nostro amico Stefano, che ci ha aiutati all'ormeggio nel Porto Nuovo e con il quale spesso ci si intratteneva a fare due chiacchiere , la mattina presto.