sabato 6 dicembre 2008

Fioriere

l'espressione di uno dei leoni di Piazza dei Martiri



Questa cosa ce l'ho sullo stomaco da quando ho visto comparire per la prima volta, in Piazza dei Martiri, le fioriere che delimitano l'isola pedonale. Accadeva circa tre anni fa. e sono ancora lì, e la situazione è anche peggiorata.

A parte che chiudere la piazza al traffico veicolare e chiudere tutta la zona di Chiaja in un momento di cantieri aperti in tutta la città rende la piazza e la zona spettralmente morta.

A parte che io personalmente ho preso almeno 50 multe sulla corsia preferenziale, circolo in moto e i motociclisti sanno cosa vuol dire percorrere il porfido di Via Marina, o meglio, quello che ne resta. Ormai è una sorta di
post Bagdad.

A parte che la suddetta corsia è presidiata da vigilini vari, che sono lì a far rispettare l'ordine, ordine che per incanto non si rispetta più se in città c'è la partita in casa. Allora la corsia diventa veramente la preferita da tutti, per andare nel Catino Rovente di Fuorigrotta. E non è raro vedere scooter con a bordo fino a 4 persone, naturalmente senza casco che a tutta birra vi vengono incontro, o meglio contro, ed allora l'unica è fermarsi ed aspettare che passino. E' la stessa sensazione che dovevano provare i pionieri del Far West, quando con la loro carovana, fatta di un paio di carri, tre cavalli e un mulo, si trovavano di fronte una intera tribù di Indiani a cavallo che scoccavano frecce infiammate.

Con la differenza che quegli indiani lì erano un glorioso e dignitoso popolo.

Ma torniamo alla piazza, ebbene, a testimonianza della città defunta, ecco comparire le fioriere, chi le ha vista non può evitare di pensare a lapidi cimiteriali. Sono dei parallelepipedi della lunghezza di un paio di metri, larghi 50 centimentri, in marmo bianco e bordati da una struttura in ferro grigio antracite.
Sono disposti in fila, accostati gli uni agli altri, come un lungo serpente di tumuli a delineare dove si può e non si può circolare con le auto, quasi il limite tra la vita e la morte.

Sono talmente brutti che non se ne trova traccia in rete, ho provato a postare la foto, ma niente, non l'ho trovata. Tutti coloro che hanno fotografato la Piazza, hanno meticolosamente evitato di inquadrare il cimitero di Chiaja.

Io già non sopporto i divieti, non perchè sia un anarchico sovversivo, ma perchè mi sembra un segno di resa dell'amministrazione, come a dire, "...non siamo riusciti a fare parcheggi, a fornire un servizio di trasporto pubblico adeguato, per cui, fregatevi, niente auto, niente moto, e divieto assoluto"
.
Facile vietare, più difficile progettare e fornire servizi.

Non voglio parlare dello scempio della Villa Comunale, dalla recinzione riciclata progettualmente e passata alla cittadinanza come originale, agli chalet che sembrano quelli della Play Mobil, ma assemblati coi piedi. L'arredo urbano della città è assolutamente inappropriato e verosimilmente inguardabile.

Almeno per me.

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