martedì 20 maggio 2008

Manovre in regata, ma non sempre...



Questo post è dedicato a chi fa regate ma non solo, è un po' tecnico ma credo che risulterà chiaro, almeno nelle sensazioni, a tutti.


GYBE SET?!?!

(C’è peluria di prodieri)

Uno dei problemi che assillano gli equipaggi di dilettanti e semi professionisti -i professionisti, quelli seri, problemi non ne hanno- è la ricerca e la presenza costante a bordo di quel membro dell’equipaggio dotato di atleticità, sveltezza, agilità e senso pratico meglio conosciuto col nome di Prodiere.
Il limite di tale affannosa ricerca è che il prodiere deve essere dotato anche di un altro paio di qualità che paiono sfuggire ai più che si propongono per tale ruolo.
Le qualità in questione sono due: devono avere una pazienza sovrumana per sopportare il pozzetto, e devono essere muti.
L’esperienza mi insegna che per qualunque cosa accada a bordo, indipendentemente da chi ci abbia messo le mani, la colpa è del prodiere: il genoa non passa in virata? Lo spi non è su? Gli stopper delle drizze ‘ inspiegabilmente ’ si aprono e lasciano precipitare le vele in coperta? Il tattico sbaglia un bordo? Il timoniere ha i calli? La lavatrice della portinaia sta allagando il pianerottolo? Il prodiere ne è direttamente responsabile!
C’è però da dire una cosa, se il prodiere pensa che quegli stronzi del pozzetto si divertano a metterlo in difficoltà, ebbene, ha ragione: come si spiegherebbe che cose che sembrano stiano filando assolutamente lisce,
improvvisamente si complicano?

Vi tornano alla mente frasi tipo “fate scorrere il circuito sottovento!”, “ammaina, ammaina, perchè ‘sto cazzo di genoa non scende, no no no, non così veloce”, “alto su, alto su, alto su, alto su,” “recupera”...
Premesso che in molti casi la colpa delle cose che vanno male si potrebbe dividere equamente tra pozzetto e prua, c’è una manovra che se non viene preparata a dovere dal prodiere, e soprattutto, non viene ben compresa, risulta, se sbagliata un vero inestricabile groviglio: il Gybe set.
Appena lo skipper chiama questa manovra, gli equipaggi meno preparati si gelano, alcuni a bordo fanno finta di niente, altri si limano le unghie, altri ancora hanno dimenticato il gas aperto a casa, qualcuno fa il vago...giaibb che?
Altri equipaggi invece, con grande calma e sicurezza si preparano alla manovra...almeno così potrebbe sembrare.
Lasciate che vi racconti come andò ad una prova del Campionato Italiano I.M.S. qualche anno fa.
L’equipaggio era misto, intendo dire una parte autoctona ed una parte ospite, io ero tra gli ospiti. Il prodiere detto ‘er felino’ manifestava una certa sicurezza, grande calma, ed una lentezza esasperante, nonostante ciò, tutto sembrava filar liscio, sembrava..!
Eravamo quintultimi alla boa di bolina, dovevamo inventarci qualcosa per recuperare, il tattico, dopo breve consultazione col timoniere ordina “OK, GYBE SET”. Io che ero lì alle scotte chiedo ai restanti membri dell’equipaggio se sapessero cosa fosse e se tutto fosse in chiaro...”ma scherzi, l’abbiamo fatto mille volte”, “ma che domande vai a fare?”, “e che problema c’è?”, ed io, “ragazzi guardate che se qualcuno ha dubbi lo dica ora che c’è tempo,
fra due lunghezze sarà troppo tardi!”.

Tutti gli uomini dell’equipaggio si guardarono come se stessero per sbarcare in Normandia, il clima a bordo era teso....e allora fu tutto un “Ok. Prodiere ok? Albero ok? Alle scotte ok?, Io mi guardavo attorno e tutti sembravano realmente convinti che tutto fosse ok, anche grazie al fatto che c’erano una certa quantità di pollici in alto ad affermare ‘tutto bene’ ed altrettanti pollici ed indici uniti in cerchio ad affermare ‘tutto ok’
Suggestionato da tutta questa sicurezza collettiva mi convinsi anch’io che la manovra si poteva fare.
Il tattico chiamò le lunghezze dalla boa: “due lunghezze, una lunghezza, ok, stramba di genoa e .................................................Uhm, .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................poi, più nulla: il tangone non salì, tantomeno lo spi, la strambata venne completata, ma col due (uomo all’albero) saldamente legato nelle scotte, il tre smadonnava, il timoniere...pure, il randista si asciugava i capelli, io avevo appoggiato le palle sul winch e me le martellavo con la maniglia ...ed il prodiere?, già, il prodiere.
Quello che si riusciva ad intravedere nella fitta ragnatela di alto-basso-drizze-gagliardetti-guidoni-cerate-tangoni-cinture di sicurezza-capelli e cappelli, erano arti, buttati così alla rinfusa...temetti per le sorti di quell’uomo!
Quando la situazione si tranquillizzò finalmente scorgemmo ‘er felino’, crocifisso a testa in giù al tangone, e ci volle tutto il lato di poppa per liberarlo, e vi assicuro, senza il flex fu veramente difficile.
Naturalmente la nostra posizione in regata peggiorò, ma il morale dei nostri avversari migliorò notevolmente, grazie alla nostra splendida performance.
Tutti, credo, dicemmo dentro di noi “lo sapevo”.
A questo punto, un piccolo consiglio: se non siete più che sicuri, convinti, oltre ogni ragionevole dubbio che tutto filerà liscio...NON FATE IL GYBE SET!

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Carlo.
Post stupendo, ho riso per 10 minuti!
Però metti lo schema di un Gybe Set. Il disegno che hai messo mi sembra tanto un "Tack & Hoist"... ;)
Eugenio

carlo olivari ha detto...

è un errore del sito da dove l'ho scaricata, ma opero la correzione
grazie

Anonimo ha detto...

Eh si..
A volta capita che lo skipper chiami il GybeSet solo per fare il fico perchè l'ha sentito alla TV, magari ad una sola lunghezza dalla boa.
Il meccanismo relazionale pozzetto-prua poi meriterebbe numerose sedute di psicanalisi di gruppo (ed individuale).
Gli errori della prua poi sono quelli che si vedono di più, e subito. Mentre quelli del tattico (partiamo in barca, magari dietro una folla, dimenticarsi dei salti etc.) o del timoniere sono meno visibili e si pagano solo alla fine, magari molto di più.
Per chiudere, secondo me il GybeSet è fondamentale nel match race e perde via via importanza in regate di flotta; meglio bear-away e strambata "safe" dopo due lunghezze che impiccare il prodiere sul tangone!!!

Andrea

Andrea

guidodemaio ha detto...

Il tuo fedele, attento e puntiglioso lettore ti dimostrerà la sua fedeltà, attenzione e puntigliosità!
E' pur vero che "repetita iuvant", ma ricordo che qualcosa di simile l'ho già letto ...

carlo olivari ha detto...

Andrea, questo è uno spunto per farsi due risate, naturalmente io da ex prodiere posso aggiungere che se tutta la barca è preparata il gybe set è una manovra semplice che va eseguita ogni volta che ce ne sia necessità.
che dire allora del Gybe peeling?

carlo olivari ha detto...

avvocàpuntiglioso, l'hai letto sul vecchio blog, ma come dici tu, giova ripetere a favore di nuovi lettori velisti che stanno visitando questo luogo ameno. Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Non volevo essere polemico, però ho visto timonieri lasciare la mazza per correre a prua ad issarsi lo spinnaker da soli (sic!).....

e poi il Gybe Peeling non è quello che si fa dall'estetista?