lunedì 23 marzo 2009

Molecole di... bho?

Ne ho già scritto qui, e non mi voglio ripetere.



Non sono mai stato a El Bulli e credo che non ci andrò mai, pur volendo, e pur essendo attratto da quest'esperienza. Che probabilmente non è cucina, non è gastronomia e nemmeno cibo. Ma non posso dire nulla perchè non ho provato, non ho visto, non ho assaggiato nè saggiato.



So che la cosa mi attira per curiosità, ma la cucina è un'altra cosa.
Tant'è, che alla domanda "cosa ne pensa delle tradizioni culinarie?" Ferran Adrià ha risposto che sono importanti e che bisogna tenerle presenti per adeguare al gusto di una certa nazione un prodotto come una caipirinha, per sempio. Ecco che il più grande cuoco del mondo (e io non lo credo) commette l'errore. Lo commette nel momento in cui viene interrogato su una cosa che, adesso, è lontana da lui, la cucina. Un piatto, una pietanza, un drink, è quello e basta, non va adeguato a nessun gusto. Non aggiungerei ketchup ad un Ragù napoletano per farlo piacere agli americani, tantomeno metterei delle lumache in un Martini per lusingare il pubblico francese.

Ho avuto l'impressione che si prendesse un pelino troppo sul serio, "... gli chef, lontano dalle cucine dei ristoranti, sono persone normali...".

Io credo che siano tutti persone normali, la creatività è un'altra cosa, ma non fa dei creativi degli extraterrestri.

Poi c'è il genio, ma questo lasciamolo a Leonardo, a Pablo, forse a Vatel, a Michelangelo, a Caravaggio.

Ma per piacere, Ferran, anche se sei impegnato fino al 2012 e servi solo 8000 coperti in sei mesi, resta con i piedi per terra.

P.S. Tanto di cappello (da chef) a chi da lavapiatti è diventato quello che è.
Per approfondimenti almeno visivi andate qui.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ne deduco che non l'ho visto solo io e che non hai gradito il link che ti ho inviato.....
Touchè....
Chicca

carlo olivari ha detto...

sbagli, se leggi attentamente il mio post evinci che sono attratto da questa cosa che non è cucina o cibo o gastronomia ma che è qualcosa che per parlarne mi farebbe piacere provare.
e da qui il mio grazie della segnalazione

Anonimo ha detto...

Che poi ho trovato interessante la sua "giustificazione" sul perchè di una cucina tanto particolare. Lui dice che in fondo è un'esperienza sensoriale, no?, come il teatro o un concerto! Devo dire che non fa propriamente per me ma mi incuriosisce...
Chicca

carlo olivari ha detto...

infatti, esperienza sensoriale, una cosa da interpretare, per questo non sono stato definitivo

Anonimo ha detto...

Io non lo considero uno chef.Lui ha un laboratorio, che non è la sua cucina, dove campeggia una gigantesca tavola degli elementi e la brigata che lo affianca è formata oltre che dai suoi aiutanti,da chimici che studiano l'alterazione degli stati della materia.Ora, per me la cucina è sicuramente un'esperienza sensoriale ma basata su reminiscenze direi quasi ataviche che mi portano a riconoscere un sapore anche se presentato in modo nuovo e creativo.Già da Alfonso Iaccarino comincio ad avere qualche problema.Mi meraviglio che un "genio" come lui continui a considerarsi un semplice chef mentre non mi meraviglia che tutti stiano lì a magnificare la cucina molecolare.Sono anche sicura che proprio quelli che si sperticano in complimenti estasiati siano quelli che si commuoverebbero davanti ad un piatto di polpette al sugo ben fatte... ma non lo ammmetterebbero mai.Ciao.Luisa

carlo olivari ha detto...

non lo credo, esperienza sensoriale o cucina tradizionale sono cose che vanno scisse. io sono incuriosito dall'esperienza ma mangio qualsiasi cosa sia stata cucinata con materie prime di qualità e esperienza culinaria.
poi ci sono quelli che utilizzano un certo atteggiamento ma non leggono questo blog.
Grazie per la visita e il commento
Carlo