martedì 16 dicembre 2008

Ora Basta.


Questa cosetta ce l'ho sullo stomaco da un po'.
Quindi solo due paroline, concise e chiare.

L'occasione per tirarla fuori me l'ha data un amico che ironizzava, bonariamente, su alcuni risultati conseguiti da un'imbarcazione sulla quale ho regatato.

Prima di continuare, mi preme puntualizzare che non dobbiamo dimostrare a nessuno il palmares dell'imbarcazione in questione, parlano le classifiche e chi vuole, se le va a cercare. E comunque, quando si fanno commenti, e NON mi riferisco all'amico di cui sopra, sarebbe preferibile che si facessero quando ci si è incrociati sui campi di regata in giro per il Mediterraneo, e che i commenti stessi non provenissero da imbarcazioni che, a stento, hanno raggiunto il golfo di Gaeta.
Ed anche che si facessero combattendo ad armi pari e non dal pozzetto di barche "truccate" o, nella migliore delle ipotesi, svuotate completamente.

Andiamo avanti. Ho già scritto che la vela si sta sporcando, sono nell'ambiente da più di 25 anni, e posso dirlo con cognizione. Devo affermare che una certa quantità di "nuovi velisti" sta ulteriormente compromettendo la bellezza del nostro sport.

E dunque corre l'obbligo di fare qualche distinzione,
secondo me.

Esistono innanzitutto i velisti professionisti, in tutto il mondo, quelli che al di là dell'atteggiamento presuntuoso o affabile, sono indiscutibilmente i "mostri sacri" della vela, e ce ne sono di italiani che si fanno valere in tutte le categorie, sia in vela off-shore che in-shore.
E sono quelli, che POSSONO parlare, ma raramente lo fanno. Ne conosco alcuni personalmente, e il loro atteggiamento è assolutamente gradevole.

Poi ci sono tutti gli altri. Tra questi, i meno intelligenti fanno la distinzione tra velisti di serie A e di serie B.
Quelli di serie A sono quei personaggi, che al di là dei meriti sportivi si atteggiano a professionisti, sono presuntuosi, spocchiosi e umanamente inutili. Quelli che, in mare come a terra, credono di essere i depositari della scienza velica, e che tu, che invece mantieni solo un atteggiamento low profile, sei la nullità di serie B.

Mi spiego:
nonostante su questo blog io sia spesso tacciato di snobismo, e non è vero, o di presunzione, e non è vero, il nostro equipaggio è sempre stato molto sobrio nelle sue manifestazioni, a tal punto, che anche i successi passavano inosservati.
Francamente non ci è mai importato niente del giudizio altrui, e abbiamo sempre regatato cercando di cogliere insegnamento dalle vittorie come dalle sconfitte, cercando cioè di andar per mare con uno spirito sportivo, agonistico, ma anche vedendo l'aspetto umano e antropologico delle situazioni che in tanti anni di mare si sono create.

Per noi è stato e sarà così.

Per quelli di serie A, purtroppo, le cose vanno diversamente, il loro atteggiamento è tale, che anche se perdono sembra che abbiano vinto, ma una cosa è certa, per mare ci vanno senza classe, senza storia e senza cultura.

Ripeto, NON mi riferisco all'amico che mi ha dato l'opportunità di questa riflessione, tanto più che ho avuto modo di apprezzarne le qualità (anche se tra un po' lo vedremo alla guida di un taxi giallo).

La vela, è una grande metafora della vita, si vince si perde,
ma non dipende solo da te.
C'è il Mare e c'è il Vento, e poi ci sono gli Uomini, con la U maiuscola.

Degli omuncoli non sappiamo proprio che farcene.

E se adesso mi sono fatto qualche altro nemico,
tanto meglio.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Vogliamo i NOMI!!!
Il tassista

carlo olivari ha detto...

Non li fanno gli stazzarori, figuriamoci se li faccio io i nomi.

Anonimo ha detto...

Lesson number one: win
lesson number two: win again
lesson number three: " 'o topo se tene 'o turco"

Anonimo ha detto...

sorry non mi sono firmato prima sulla tre lezioni,
saluti
Greg

carlo olivari ha detto...

lesson number four: Flora sei una bambolona

Anonimo ha detto...

ohhh,
e quando ce vò, ce vò
gabriella

Anonimo ha detto...

non ragionar di loro ma guarda e passa
...piuttosto continua con i racconti S.S.P.D.S.
è la prima volta che li leggo.
sono davvero emozionanti
e che belle le descrizioni!
e lì si che si parla di uomini di mare!
ma ci hai mai pensato di raccogliere le esperienze in un libro?
ciao
gabriella

carlo olivari ha detto...

l'idea era questa, poi...

carlo olivari ha detto...

appunto, quann' ce vo ce vo.