martedì 30 marzo 2010

Perchè non compro più il CdS

sottotitolo "UN ESERCIZIO DI STILE. RIUSCITO MALE"



Per molto tempo ho comprato e ho letto, è chiaro, il Corriere della Sera.
Lo trovavo imparziale, serio, equilibrato.
Ah, da non sottovalutare, la domenica mattina pregustavo l'articolo di Enzo Biagi.

Ora, a prescindere dalla linea editoriale che non mi piace più, si sono inventati anche l'inserto mensile Style, un inutile strumento d'informazione.

Un magazine autocelebrativo che parla con affettato snobismo ad un gruppetto di persone che, sfogliando le patinate e qualunquistiche pagine della rivista, si sentono un po' più ricchi e un po' più snob, alla faccia di un paese in ginocchio.

Ci ho trovato anche un "interessante" articolo sui coraggiosi italiani che hanno cambiato vita, tutti personaggini che lasciano posti di prestigio in Italia, con TFR da favola e, a costo di "graaaandi sacrifici" vanno a scommettere su paesi caraibici. Che coraggio eh, però?

Poi c'è la cuoca giovane ed esibizionista che "col peso di un cognome famoso", ha dovuto faticare molto per "scrollarsi di dosso" il nome del padre. UHAU che fatica...!

Poveri, poveri, poveri ragazzini (sic!).

Ci provassero ad essere "signori nessuno" e si costruissero un futuro basandosi solo ed esclusivamente sulla loro preparazione, sulla loro cultura e sulla loro conoscenza.
I più fallirebbero.

E ci sarebbe più spazio per noi.

BUONA GIORNATA A TUTTI




giovedì 25 marzo 2010

Anche se non c'entra niente...

... la cosa mi indigna lo stesso.

Viviamo un periodo socialmente, culturalmente e economicamente molto buio, imprenditori che si suicidano, fabbriche che chiudono, committenza insolvente, insomma una catastrofe che ci sta coinvolgendo un po' tutti.

Ora, rispettando le sofferenze e i problemi, le condizioni di indigenza o povertà di molti, non vorrei che si scatenasse una vendita scellerata di organi interni sperando che la crocuta di turno intervenga a sensibilizzare le banche creditrici.


lunedì 22 marzo 2010

Qualcosa di cui sparlare

Eccomi di nuovo qui a parlare di ristoranti, cucina, gastronomia e svaghi vari.

Chi si aspetta il solito sfogo, ebbene lo avrà.

Cominciamo dal resoconto del week end appena trascorso, e cominciamo precisamente da venerdì sera, quando mi è venuto in mente di provare l'ennesimo ristorante di cucina tradizionale napoletana messo su alla buona da un improvvisato imbroglione avvelenatore che millanta le solite ricette come chissà quale prodigio culinario e con quale amore e rispetto vengano preparate.

Quartiere Chiaja, zona nei pressi di Piazza Vittoria, il locale su due piani ci accoglie con la solita esposizione di vassoi contenenti stantii antipasti e contorni che diffondono odore di marcio in tutto l'ambiente. Ci va peggio nella saletta sottoposta, dove veniamo accolti da un tanfo di fogna spacciato per odore della marea, mha, e che vuol dire? Se hai sti problemi o rinunci alla saletta sottoposta o metti un aspiratore, ma molto potente.
Una serata da NAS, quella che abbiamo vissuto. Il baccalà in pastella nella pastella non c'era e se c'era ammontava a una squama, le fritture erano stantie e ripassate, gli arancini una specie di poltiglia insapore e molle. Il capolavoro però sono stati i polipetti affogati. Vero capriccio dello chef, una preparazione di almeno tre giorni, cotti, congelati, sbrinati e ripassati in forno, i cefalopodi in questione si sfaldavano in bocca come un budino scaduto da tempo e con la stessa consistenza di un panetto di lievito. Ma dico, veramente una porcheria come poche.
Per fortuna la ricciola scongelata era finita (Ricciola? a Marzo?), abbiamo ripiegato su un palamito alla griglia, una soletta di scarpa carbonizzata. Finiamo col dessert, Caprese con gelato, un mattoncino di nulla con un gelato indefinibile e indefinito. Insomma l'ennesimo truffatore alla ribalta.
Meno male che la compagnia è stata ottima e non ero il più indignato, altrimenti sarei stato il solito guastafeste. L'unica nota positiva è stata l'educazione dei maldestri e rumorosi camerieri, i quali però, non hanno riferito il nostro malcontento al titolare che, all'uscita distribuiva biglietti da visita e al quale ho risposto con un fermo e disgustato "NO GRAZIE, MAI PIU' ".

Sabato finalmente a Roma, tra un seminario su Caravaggio e una degustazione verticale di Amarone in un'enoteca gestita da un folle amante del vino che, in un quartiere difficile almeno come architettura, serve inaspettatamente bottiglie di grandissimo pregio e spessore.

Domenica una piccola delusione, la mostra di Hopper, poche cose e molti gadget, non ci siamo, non si può pubblicizzare uno dei più grandi artisti contemporanei americani, che ha dipinto per sessant'anni come chissà quale evento e mostrare poco della sua magnifica produzione, comunque meglio di niente.



Poi con gli amici che ci hanno ospitato, sempre attenti alle nostre passioni artistico gastronomiche abbiamo proseguito in una Roma affatto congestionata da comizi e maratone, assaggiando tapas abbruzzesi da un personaggio di Tagliacozzo che, a Campo de' Fiori, ha aperto con la sua compagna spagnola un localino dove serve pane fatto in casa con affettati e formaggi prodotti dalla madre, in modo assolutamente appassionato e informale. Magnifico! Abbiamo proseguito con un po' di cucina egiziana, falafel, dolcetti al miele e pasta al filo, il tutto servito con educazione, ci siamo spostati con la metro, a piedi, in auto, senza sobbalzi e sempre senza mettere a repentaglio nè noi nè le sospensioni dell'auto.



Insomma, un po' di civiltà a pochi chilometri da casa.

Quindi, concludendo, l'augurio di tutto cuore che quanto prima il "ristorante" napoletano chiuda fallendo, e magari con il proprietario colto da botulismo, e un enorme grazie a I. e GL. che ci hanno scarrozzato per la città di Roma come due perfetti animatori e soddisfacendo le nostre aspettative: un paio di giorni d'Amicizia, Armonia e Semplicità.

lunedì 8 marzo 2010

legittima conseguenza



Ho sempre odiato i post brevi, quelli dove vengono lasciati semplici pensieri, insomma non vedo un blog come un diario, piuttosto come un luogo libero, autarchico e personale.

Purtroppo però, al momento ho poco da scrivere, non ne ho voglia e mi vedo costretto a lasciare un messaggio breve.

E, come legittima conseguenza del disfacimento socio culturale dei nostri buissimi tempi, NESSUNO FA QUELLO CHE DOVREBBE FARE, O MEGLIO, I RUOLI SONO AFFIDATI A CHI NON LI SA SVOLGERE.

E alla fine accade questo



Preciso che, siccome nel mio blog non si scrive di politica, la politica stessa è esclusa da questa riflessione.

Buona giornata a tutti!