lunedì 16 novembre 2009

Il mio regno per un cavatappi!

Era da un po' che non scrivevo nulla circa la vela e le regate.

Non succedeva niente degno di essere raccontato, poi, ieri, in occasione della seconda regata del 39esimo Campionato Invernale del Golfo di Napoli si è verificato l'accadimento che mi permette di aggiungere un altro racconto a Sono Stato Prodiere di Straulino.


Dunque, giornata meravigliosa, soleggiata, leggera brezza a 6/7 nodi, mare piatto, clima a bordo amichevole e competitivo.


Mentre ci avviciniamo al campo di regata controllando le attrezzature e gli strumenti (e qui dovremmo aprire una parentesi a parte sul tattico e i biiip biiip) il log smette di funzionare. Ai profani spiego che il log è uno strumento che misura la velocità della barca e consiste in un'elichetta posta sotto la carena attraverso un foro opportunamente stagno che però sbuca sul fondo della cabina di prua. In poche parole, se si smonta l'elichetta e non si ha un tappo a portata di mano, l'acqua di mare entra con una certa veemenza in cabina.


Dicevo, il log smette di funzionare. Cosa fare? Semplice, si manda un uomo sottocoperta a smontare l'elichetta e a controllarne il funzionamento.


Il personaggio scende, si procura il tappo che, non esistendo l'originale è stato sostituito da un più prosaico oggetto troncoconico in legno, e comincia l'operazione.


Svita il passascafo e immediatamente vede entrare più acqua del previsto, inserisce il tappo ma è troppo piccolo, col risultato che l'acqua continua ad entrare ed il tappo in questione non è più sfilabile a mano per essere sostituito con uno più consono.


L'uomo si affanna, prova con le unghie, ma sono troppo corte, allora estrae il Leatherman e si accorge dell'inutilità assoluta di uno strumento da calzolaio che viene ostinatamente usato dai velisti.


Sente dall'esterno richieste circa lo stato del log, ma lui è preso a tappare la falla, è troppo impegnato a non mettere in pericolo barca ed equipaggio, è in quel momento, che dall'interno della cabina di prua giunge la richiesta di aiuto.


In pozzetto, quella richiesta d'aiuto si manifesta in un unico straziante urlo" UN CAVATAPPI, PRESTO PORTATEMI UN CAVATAPPI !!!!!!!!!!!"


L'equipaggio si affanna a cercare un così strano strumento mentre manda qualcuno ad aiutare il poveretto a testa in giù, nella cabina di prua. Questi, accorgendosi che non era la persona più idonea (non me ne voglia), grida ancora "UN CAVATAPPI, O DUE COLTELLI E SOPRATTUTTO UN UOMOOOOOO!"


Insomma, momenti di drammatico pericolo, finalmente scende in aiuto qualcuno che si accorge che c'era stato un errore, i due pongono rimedio, sistemano il log e, finalmente, l'uomo esce dalla cabina e riguadagna la sua posizione in pozzetto.


Quell'uomo ero io.


Ora immaginate di essere a bordo e non sapete niente di quello che sta succedendo. Siete solo a conoscenza che c'è qualcuno che è andato a sistemare l'elichetta del log. A un certo punto sentite urlare richieste di cavatappi, di coltelli e... soprattutto di un uomo.


Traetene voi le conseguenze.


So che porterò addosso questa storia per molto tempo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi hai fatto piangere, non ho parole!!
Chicca (che non era l'uomo giusto...)

Anonimo ha detto...

Però, caspita, non sapevo, "cavatappi" chiamata quasi degna della più nota "jibe set!"
GL