venerdì 18 aprile 2008

Il Buffet dei velisti

Ho spesso scritto di regate, crociere, mare, vento. onde.
Questa però la dedico a chi ha vissuto l'esperienza e a chi immagina che la vela sia solo per persone raffinate.

A tutti coloro che si riconosceranno va la mia stima come gente di mare e il mio rispetto come sportivi.

A CENA COI VELISTI

Prendiamoci ora una bella pausa dalle regate, abbiamo appena finito la regata lunga, ed abbiamo bisogno di riposarci e rifocillarci.
Ci sono molti modi di sfamare un velista, uno di questi è il buffet. Spesso offerta dall’organizzazione della regata, o da un circolo promotore, o da uno sponsor, la cena in piedi è, allo stesso tempo, croce e delizia.
Innanzitutto, bisogna ricordare che nonostante la vela sia uno sport per gentlemen, gli uomini che partecipano alle regate sono delle bestie affamate ed assetate di birra. Non esiste più distinzione di sesso, nessuna donna velista si aspetterà che qualche gentiluomo le riempia il piatto di delizie, tanto meno che le porga una forchetta. E nessun uomo si aspetti che una gentile donzella si prenda cura di lui. Immaginate un esercito schierato, armi in pugno, di fronte al nemico, in attesa del grido “all’attacco!” dato dal comandante. E’ esattamente l’atmosfera del buffet per i velisti. Il nemico è il buffet, il comandante è, di solito, un distinto quanto ingenuo Maestro di Casa, che sostituisce il grido di guerra con un timido “prego, il buffet è aperto”. Bene, i più esperti di guerriglia da cibo sono già in prima fila e, aiutati dal grip delle scarpe tecniche, si piantano davanti al tavolo e sfoggiano la loro miglior performance da cefalopode. Intendo dire che tirano fuori un frattale di arti, da ogni mano ne esce fuori un’altra, e un’altra ancora e da ogni dito ancora un altro e così via. Le tipologie di affamati sono varie: c’è “palo di ferro”, quello cioè che rimane lì, piantato e fa ostruzione passiva, si riempie placidamente il piatto di tutto mentre tu stai li a spingere e ad essere scambiato per omosessuale, vista la pressione che fai sul corpo del personaggio in questione che ti guarda pure come per dire “ma che, ce stai a provà?”. C’è poi il “bulimico”, non importa se mangerà o meno quello che sta mettendo nel piatto, l’importante è riempirlo sfidando qualunque legge della fisica. Parliamo dell’ “ordinato”, quello che prova a mangiare prima l’antipasto, poi il primo, il secondo, qualche contorno, i dolci e cerca anche la bevanda da accoppiare. Non andrà molto lontano, mentre lui è lì che sceglie, gli altri si sono sbafati tutto e gli hanno lasciato solo avanzi non ben distinti di quelle che una volta erano pietanze commestibili. Nelle retrovie, intanto, ci sono i “temporeggiatori”. Sono quelli che aspettano che la calca finisca, e indovinate cosa fanno nel frattempo? Semplice, con le mani a paletta, leggermente inclinate, ora a destra ora a sinistra, secondo le “mura”, mimano le barche in regata. Usanza molto comune in qualunque circostanza si incontrino due o più velisti.
E così, tra un rutto e una virata mimata, finisce anche il buffet dei velisti. Voi, non contenti di quello che avete ingurgitato alla regata lunga, vi sentite un pelo sconfortati dal fatto di aver mangiato, esattamente in quest’ordine : sfogliatelle, parmigiana di melanzane, insalata di mare, penne all’arrabbiata, babà, cozze gratinate, corn flakes, una “nuvola” di spaghetti aglio e olio, tiramisù, poco, per il peso equipaggio, vitello tonnato, e fiumi, letteralmente fiumi di birra. Tanto domani andiamo a correre prima della regata!

No no, io la prossima volta vado al ristorante, per una cena alla Buongusto, spaghetti, pollo e insalatina.


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