giovedì 5 luglio 2007

Sembra impossibile eppure...


...eppure, a Napoli, la pizza la fanno mediamente male.
Naturalmente non farò nomi, tralascerò i luoghi dove un alimento così semplice viene elevato a ranghi principeschi, tantomeno farò i nomi delle pizzerie nelle quali la pizza è immangiabile.
Ma devo raccontare l'ultima esperienza.
Una piccola premessa: la pizza, è un alimento semplice, acqua, farina, pomodoro, fior di latte, olio, basilico e parmigiano. Nella sua semplicità è il segreto ma anche la sua difficoltà. Come il caffè, anche Lei risente delle condizioni amosferiche, del calore delle mani che la lavorano, dell'acqua, della legna usata per scaldare il forno, ecc ecc...
Ebbene, l'altra sera, nonostante la pizza a Napoli la mangi quasi esclusivamente in un solo posto, mi sono lasciato convincere ad andare a mangiarla in un locale che va per la maggiore e che ha aperto e sta aprendo sedi in tutto il mondo.
E ci sono cascato: La pizza era inmangiabile, gommosa, fredda, insapore e naturalmente indigeribile. L'impasto fatto col lievito e non con il criscito (lievito madre) ha continuato a lievitare nel mio stomaco col risultato di provocarmi una sete implacabile. In compenso, la birra, che tradizionalmente si beve con la pizza, era calda e piatta, direi sfiatata, il servizio di una lentezza esasperante ed il dessert mi sembrava, più che con gelato, molto ben scongelato.
Fortunatamente il conto è stato abbastanza accettabile (e avrei voluto vedere, sono noto per essere un contestatore della qualità).
Concludo: non basta inventarsi nomi divertenti o accattivanti, arredare con inventiva e design i locali, vestire il personale con T shirt alla moda.

BISOGNA SAPER CUCINARE, RISPETTANDO LA QUALITA' DEGLI INGREDIENTI E LA PREPARAZIONE DEL CIBO, SAPER PORGERE E PRENDERSI CURA DEI CLIENTI, RISPETTARE L'ARTE CULINARIA.

L'ho già scritto altrove, basta con gli improvvisati gourmet, se decidete di farvi pagare, almeno studiate ed imparate la cultura del cibo.
I soldi vanno e vengono, i clienti no.


6 commenti:

Anonimo ha detto...

Carissimo, io i nomi li voglio fare. Almeno uno.
Michele a via Sersale.
E' solo lì che si mangia la Pizza con la P maiuscola. Per carità ci sono tantissime altre ottime pizzerie.....
Non so se sai che la vera pizza si fa, oltre che con le materie che hai citato, con l'olio di semi e non con quello extra vergine (come ci fanno credere es. PIZZA DOC...che è una bufala della madonna!!).
Michele usa l'olio di semi di soia Masturzo. Mi spiegò tanti anni fa il pizzaiolo (ultimo della dinastia) che l'olio extra vergine di oliva ad alte temperature crea una forte acidità.
Insomma la vera pizza margherita è fatta con: fiordilatte "stantio", pomodoro, olio di semi, basilico e parmigiano.

Anonimo ha detto...

E lo sapevo che maritemo non resisteva alla tentazione.
Ma vogliamo mettere la pizza di Giggino il Pirata?

Un bacio la sposa ritornata

carlo olivari ha detto...

Carissimo max, concordo completamene con te sulla ricetta, apprezzo anch'io la pizza di Michele ma io preferisco quella di Cafasso.
Grazie per la disponibilità riguardo quella cosa che sai.
Per la carissima Laura, la pizza di Giggino fa meno schifo tra quelle che si possono mangiare a Scario, per non parlare di quella del fratello che è una vera zoza.
Vi abbraccio e bentornati

Anonimo ha detto...

Ottima quella di Cafasso. Una delle mie preferite insieme a quella di Salvatore alla Riviera.
p.s. dal fratello di Giggino al massimo (da un paio d'anni a questa parte) puoi ordinare un pacchetto di Marlboro.......
ora lui fa il tabaccaio.....

carlo olivari ha detto...

figurati io non vado allo scoglio da un'eternità, ci andai una volta con l a sua gestione e si vantava per ua pizza eccezionale, immangiabile

Anonimo ha detto...

scusate non resisto....ho letto Scario???? ciuffffff
Con affetto Mortimer